Diritto

L’Europa e i due pilastri della strategia sui dati tramite il Data Governance Act (Dga)

Con l'approvazione del Data Governance Act l'Unione Europea crea uno spazio digitale per un'economia dei dati «di cui le persone e le imprese possano fidarsi».

di Giappichelli / pubblicato 17 Maggio 2022

«Da grandi database derivano grandi responsabilità». Parola di Wojciech Wiewiórowski, garante europeo per la protezione dei dati. Su questo fronte è arrivata una buona notizia: con 501 voti favorevoli, 12 contrari e 40 astensioni, il Parlamento europeo ha approvato il Data Governance Act (Dga), con lo scopo di sostenere la fiducia degli interessati in una maggiore condivisione dei dati, creare nuove norme Ue sulla neutralità dei mercati dei dati e istituire spazi europei dei dati in settori strategici: «Il nostro obiettivo con il Dga è quello di porre le basi per un’economia dei dati di cui le persone e le imprese possano fidarsi», ha commentato la relatrice Angelika Niebler, europarlamentare del Ppe. «La condivisione dei dati può svilupparsi solo se fiducia ed equità sono garantite, stimolando nuovi modelli di business e l’innovazione sociale».

Data Governance Act (Dga)

Con questo Regolamento, dunque, l’Unione Europea punta a creare uno spazio digitale europeo per massimizzare il valore economico dei dati. Da tempo si avvertiva la necessità di una tecnica normativa attenta, nonché di adeguate salvaguardie per la protezione dei dati dei cittadini. Questioni urgenti, come rileva anche il recente volume su I “poteri privati” delle piattaforme e le nuove frontiere della privacy, a cura di Pasquale Stanzione (Presidente dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali): in una società sempre più digitale, si impone «l’esigenza di normare, circo-scrivendoli, i poteri sempre più estesi delle piattaforme, ascrivendo loro corrispondenti responsabilità funzionali alla garanzia dei diritti fondamentali incisi, in varia misura, dalla loro azione», osserva Stanzione. 

Data Governance Act (Dga)

Cosa prevede l’Atto sulla governance dei dati? Innanzitutto si fonda sul criterio di sfruttare i dati che saranno condivisi: enti privati e Pubblica Amministrazione, pur non essendo tenuti a farlo, potranno scegliere di condividere dati per fornire una spinta alla ricerca e alle iniziative delle startup. Inoltre, gli enti pubblici non potranno creare diritti esclusivi di riutilizzo di alcuni dati (il periodo di esclusiva sarà di un anno per i nuovi contratti, e di trenta mesi per quelli esistenti, così da permettere alle piccole e medie imprese e alle startup di accedere a più dati). Entra poi in gioco il Data Act (Da), ancora in corso di approvazione, che include i dati della Pubblica Amministrazione condivisi nello spazio del Data Governance Act ma copre anche i Big data del settore privato, ed è destinato a disciplinare l’uso dei dati in chiave business da parte delle aziende e dei privati extra-Ue. 

Data Governance Act (Dga)

In questo senso, il Data Governance Act e il Data Act rappresentano due pilastri della strategia europea in materia di dati, il cui fine è «mettere le persone in primo piano nello sviluppo della tecnologia e sulla difesa e promozione dei valori e dei diritti europei nel mondo digitale», come si legge nel comunicato stampa del Parlamento Europeo. Semplificando il riutilizzo dei dati da parte delle amministrazioni pubbliche, si favoriscono avanzamenti tecnologici e scientifici e si consentono numerose attività di ricerca. Un esempio tra i tanti è riportato nello stesso comunicato: «L’uso dei big data è essenziale per sbloccare il potenziale dell’intelligenza artificiale». Saranno coinvolti poi settori fondamentali come l’ambiente, l’energia, la salute, la mobilità, i servizi finanziari… Per incentivare l’utilizzo dei dati custoditi dalle Pa per finalità meritevoli (la ricerca scientifica, il miglioramento di servizi pubblici e così via), il Dga istituisce inoltre un registro delle “organizzazioni per il Data Altruism”. Anche questo vuol essere un segnale di quanto prospettato dall’eurodeputata Niebler: «Con la legge sulla governance dei dati, in particolare con il sistema di certificazione, riusciamo a stabilire mercati dei dati di cui le aziende e i cittadini possano fidarsi».

I poteri privati delle piattaforme e le nuove frontiere della privacy - a cura di Pasquale Stanzione
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