Economia

Cos’è l’economia circolare?

Ce lo spiegano Pietro De Giovanni e Pierroberto Folgiero, autori del nuovo volume Giappichelli “Strategies for the Circular Economy”

di Giappichelli / pubblicato 21 Dicembre 2022

L’economia circolare è un modello innovativo di produzione e sviluppo di cui molto si parla in questi ultimi anni, soprattutto in riferimento ai temi del consumo delle materie prime e della sostenibilità ambientale.

L’uscita del nuovo volume di Giappichelli dal titolo Strategies for the Circular Economy è l’occasione per un momento di approfondimento su questo “scottante” argomento, sul quale ci accingiamo a offrire una panoramica grazie al contributo dei due autorevoli autori dell’opera.

Il libro, infatti, è stato scritto a quattro mani da Pietro De Giovanni (uno dei maggiori esperti italiani in campo economico, entrato recentemente a far parte del World’s Top 2% Scientists, il ristretto gruppo dei ricercatori più influenti per la loro produzione scientifica) e Pierroberto Folgiero, membro del Comitato di indirizzo della Libera Università Internazionale degli Studi Sociali Guido Carli e CEO di Fincantieri.

Professor De Giovanni, ci può dare una definizione sintetica di economia circolare?

Inizialmente, l’economia circolare è stata definita come il processo di produzione e/o di consumo attraverso il quale risorse, materiale e prodotti potessero essere riutilizzati o riciclati con l’obiettivo di recuperare il loro valore economico e operativo ed evitare la formazione di waste. A questa definizione, oggi si aggiungono altri ingredienti ed elementi dei business model moderni, compresi le opzioni e le strategie di sharing economy, leasing, e condivisione di risorse attraverso le piattaforme digitali. Tale definizione sicuramente evolverà ancora in futuro per includere altri ingredienti come il capitale umano e le strategie di servitizzazione.

Dottor Folgiero, come nasce l’economia circolare?

L’Italia è la prima realtà nell’economia circolare in Europa, che a sua volta è la prima nel mondo. Come nazione economicamente evoluta, ma povera di risorse naturali e materie prime, l’Italia ha imparato per prima a superare il concetto di “fine vita” di un prodotto utilizzando l’imprenditorialità tipica del nostro paese per riutilizzarlo sotto forma di riciclo dei materiali componenti. Probabilmente i pionieri 30 anni fa sono stati i produttori di acciaio bresciani che hanno avviato il riciclo dei rottami ferrosi da utilizzare nei forni ad arco recuperando competitività rispetto alla produzione in altoforno. Oggi l’economia circolare è, insieme all’efficientamento energetico e alle nuove tecnologie della transizione energetica, una delle tre principali leve della green economy per combattere il cambiamento climatico ed entrare in una reale nuova economia industriale.

Prof. De Giovanni, per quali ragioni un sistema economico circolare dovrebbe essere preferibile a quello classico di tipo lineare?

In primo luogo, l’economia circolare garantisce il perseguimento di obiettivi di sostenibilità ambientale e sociale. Infatti, l’economia circolare consente alle aziende di limitare la formazione di waste e di responsabilizzarsi lungo tutto il ciclo di vita dei prodotti, con una conseguente diminuzione delle emissioni e dell’uso delle risorse naturali. Inoltre, l’implementazione di un sistema circolare consente l’integrazione del core business con attività e opportunità aggiuntive, grazie alle quali creare nuovi posti di lavoro (green jobs) e perseguire obiettivi di sviluppo sociale. Altri obiettivi non perseguibili attraverso sistemi lineari si legano direttamente alle opportunità di mercato offerte dall’economia circolare. Infatti, l’output dell’economia circolare consente di sviluppare nuovi mercati (ad esempio, mercati di seconda fascia), recupero delle risorse e dell’energia, nonché sviluppo di nuove leve competitive. Infine, bisogna sottolineare le opportunità offerte dall’economia circolare nell’ambito delle crisi mondiali che stiamo vivendo, ad esempio, la scarsità di materie prime. Mentre un sistema lineare ha una necessità sistematica di reperire materie prime, un sistema circolare è invece in grado di autoalimentarsi trasformando il waste in materia prima e risorse.

Dott. Folgiero, che opportunità rappresenta per l’Italia l’economia circolare?

La patologica mancanza di impianti di smaltimento di rifiuti in Italia rappresenta paradossalmente una gigantesca opportunità per creare un’industria circolare nel nostro Paese. L’occasione persa negli ultimi 20 anni di costruire termovalorizzatori rende disponibile in Italia una grande quantità di rifiuti che possono diventare “materia prima seconda” costruendo moderni impianti di riciclo meccanico e chimico, risparmiando le onerose spese attualmente sostenute.

Prof. De Giovanni, cosa stanno facendo le istituzioni internazionali come l’Unione Europea per promuovere questo modello di sviluppo?

L’Unione Europea ha sviluppato diversi programmi e meccanismi di incentivazione pubblica disponibili per le aziende con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo di sistemi e di distretti circolari. Tra i meccanismi più interessanti sono da citare: incentivi per la riduzione del waste alla fine del ciclo di un prodotto, investimenti per rendere i business model più circolari, proibire i prodotti non circolari e favorire la circolazione di merci circolari, prevedere un sistema di sviluppo sociale grazie all’economia circolare, favorire l’utilizzo dei prodotti per periodi temporali più lunghi, individuare dei green target legati alla circolarità, favorire le certificazioni relative a prodotti e business circolari, tassare l’utilizzo di materiali non circolari, e incentivare il passaggio da materiali tradizionali a materiali circolari anche attraverso delle tassazioni agevolate. In Italia, i fondi disponibili grazie al PNRR rappresentano un’opportunità straordinaria per favorire l’implementazione di sistemi circolari nonché dell’adozione dei principi di economia circolare nell’ambito delle filiere strategiche.

Dott. Folgiero, quale è il futuro della economia circolare?

L’obiettivo finale è evitare la discarica. Il movimento dell’economia circolare promuove oggi il cosiddetto “eco-design”: disegnare i prodotti per essere riutilizzabili e riciclabili il più possibile. Anche considerando questa ulteriore responsabilità del produttore, ci sarà comunque una quota di scarti non riciclabili meccanicamente. Su questi residui il riciclo chimico sarà l’unica soluzione per evitare la discarica attraverso nuove tecnologie come il Waste-to-X. Sono soluzioni che superano la termovalorizzazione e non mirano a produrre energia, ma prodotti come il gas sintetico volti a decarbonizzare le molecole che servono a produrre idrogeno e i suoi derivati.

Prof. De Giovanni, che ruolo giocano la ricerca e la tecnologia nello sviluppo e nell’adozione di modelli di economia circolare?

L’integrazione delle tecnologie digitali con l’economia circolare avverrà solamente tra qualche anno, quando cioè sia l’economia circolare che le tecnologie digitali saranno ben consolidate. Al momento, infatti, entrambe sono mega trend molto recenti che le aziende nonché le istituzioni devono ancora pienamente comprendere ed integrare nei loro modus operandi. L’integrazione delle tecnologie digitali, infatti, richiede la reingegnerizzazione dei prodotti che saranno in futuro l’output dell’economia circolare, e per di più una serie di investimenti in ricerca e sviluppo non indifferenti. Ad esempio, i prodotti durevoli si sposano benissimo con gli obiettivi dell’economia circolare; i produttori potrebbero integrare dei sensori Internet-of-Things per catturare una serie di informazioni durante il ciclo di vita di prodotto. Ore di utilizzo, modalità di utilizzo, e manutenzione del prodotto sono dei semplici esempi di informazioni che le aziende potrebbero usare per plasmare le più opportune strategie di economia circolare. Infatti, tali informazioni consentono alle aziende di stimare proattivamente il valore residuo del prodotto e di adottare le opzioni circolari più opportune. Considerando l’attuale trasformazione digitale, i sistemi di economia circolare saranno sicuramente potenziati e arricchiti il set di tecnologie digitali attualmente disponibili nonché dalle tecnologie digitali future come il metaverso.