Diritto

La tutela dell’ambiente è entrata definitivamente nella Costituzione

Da tempo se ne parlava, ma oggi è realtà: è stata modificata la nostra Carta, introducendo la tutela di ambiente, biodiversità ed ecosistemi. Nell'interesse delle future generazioni.

di Giappichelli / pubblicato 28 Marzo 2022

In Parlamento se ne discuteva da più di quarant’anni. Con il via libera della Camera, la tutela dell’ambiente è entrata definitivamente nella Costituzione. Un passo storico, se si va con la memoria a quella sentenza del 1979, con con cui la Cassazione ribadiva il diritto di ciascuno alla salute e ad un ambiente salubre. 

Ma questo importante Disegno di legge affonda le sue radici ancor più lontano nel tempo, vale a dire nel dibattito sulla scrittura dell’Articolo 9 durante i lavori dell’Assemblea Costituente. Proprio questo articolo, insieme al 41, è stato ora modificato nella votazione finale della Camera, dove è stata raggiunta la maggioranza dei due terzi nella seconda deliberazione. Nello scorso novembre era stato approvato anche in Senato con la maggioranza dei due terzi: perciò, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale dopo la promulgazione da parte del Presidente della Repubblica, senza necessità di essere sottoposto a referendum. 

la tutela dell’ambiente è entrata definitivamente nella Costituzione

Come cambia, dunque, la nostra Carta? L’aspetto fondamentale è l’introduzione della tutela dell’ambiente: accanto ad essa, si parla anche di tutela della biodiversità e degli ecosistemi. Inoltre, per la prima volta si fa riferimento all’“interesse delle future generazioni”. In particolare, l’articolo 9 è diventato il seguente: «La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali». Mentre l’articolo 41 oggi recita: «L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali». 

la tutela dell’ambiente è entrata definitivamente nella Costituzione

L’ambiente, dunque, non viene più considerato come una res ma come un valore primario, costituzionalmente protetto. In questo modo, «il Paese sceglie la via della sostenibilità e della resilienza nell’interesse delle future generazioni», come riporta l’account Twitter di Palazzo Chigi. Tale modifica si inserisce nel solco della normativa europea: secondo la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, infatti, «un livello elevato di tutela dell’ambiente e il miglioramento della sua qualità devono essere integrati nelle politiche dell’Unione e garantiti conformemente al principio dello sviluppo sostenibile» (art. 37). 

Per la prima volta viene introdotto nella Costituzione anche il riferimento agli animali, cui viene riconosciuta dignità. Essi non sono più visti come “cose”, sempre in linea con l’orientamento della normativa europea: nell’articolo 13 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea, infatti, si dichiara che «l’Unione e gli Stati Membri devono, poiché gli animali sono esseri senzienti, porre attenzione totale alle necessità degli animali, sempre rispettando i provvedimenti amministrativi e legislativi degli Stati Membri relativi in particolare ai riti religiosi, tradizioni culturali ed eredità regionali». 

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Quali scenari si apriranno ora? Come evolverà l’orientamento giurisprudenziale? Verrà rivoluzionata l’iniziativa economica privata? Lo vedremo, ma certamente nulla sarà più come prima: «Si tratta di un passaggio storico», ha affermato il presidente della Camera Roberto Fico. «La tutela dell’ambiente è diventata un principio fondamentale della nostra Costituzione. Un segnale chiaro del Parlamento, che dovrà essere un faro per il presente e il futuro del nostro Paese».

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